TRASEA PETO (inizi del I se. d.C. - 66 d.C.)

Publio Clodio Trasea Peto nacque a Padova agli inizi del I secolo d.C.. Trasferitosi a Roma, nel 42 entrò nella cerchia dello stoicismo. A questo circolo appartenevano anche il poeta satirico Persio, al quale Trasea Peto fu molto legato, ed il famoso Lucio Anneo Seneca. Di quest'ultimo Trasea godette di amicizia e di protezione; molto probabilmente fu proprio grazie a Seneca che Trasea Peto ebbe molti riconoscimenti tra cui il consolato nel 56.

Trasea Peto era di fede repubblicana e sicuramente uno spirito libero. Egli, in un periodo di delazione e di dispotismo prepotente e crudele, dimostrò il suo coraggio manifestando chiaramente e pubblicamente la sua avversione per i comportamenti tirannici di Nerone. Questo, ovviamente, gli attirò l'odio dell'imperatore.

Ritiratosi dal Senato, Trasea Peto frequentò un gruppo di oppositori di fede repubblicana. Nel 66 fece parte della congiura ordita a Benevento da Annio Vinicio per eliminare l'imperatore Nerone. Forse la congiura non esisteva, ma fu inventata da Tigellino per eliminare gli avversari del regime; fatto sta che nell'occasione morirono molti personaggi ostili all'imperatore tra i quali anche Publio Clodio Trasea Peto che si tagliò le vene, secondo la migliore tradizione degli stoici.

La fede repubblicana e lo spirito anti tirannico che possedeva furono ben esposte da Trasea Peto in una biografia "Vita di Catone Uticense" (oggi perduta) che Plutarco utilizzò tra le sue fonti. Anni più tardi, Trasea Peto diventò un esempio per gli oppositori di Domiziano e fu fatto oggetto di esaltazione per la sua condotta libera e coraggiosa.



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